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al testo di Alberto Rizzi
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L’odore di un silenzio stupefatto accoglie ancora me e questo riflesso delle stelle sul reticolato stanco di pavimenti antichi
È uno scacco a tempo e spazio che quel silenzio m’offre degno velario al sogno enfiato che a questa casa rimane a penitenza
Squarci e barlumi da non so su per gradini rotti intonaci sbrecciati dove l’alba si offre al rimpiattino coll’inseguir se stessa per vetri fratturati di finestre verso un giorno eterno di polvere e di luce
mobilio svuotato anche dai tarli sparso per queste stanze a caso che di caverna sanno…
È lotta generosa contro crepe fiorite già a stimmate sui muri che mi regala solo sfinimento
La corsa lungo i corridoi che urgono balzello fa crescere paura il pavimento inarca un urlo che precede fine ed è resa è il coprirmi il viso disperato è l’angoscia per questa nuova notte sopra di me
(tratta dalla raccolta "In ombra", autopubblicata in forma definitiva nel 1997, ma disponibile presso l'autore solo all'interno di "Opera Omnia Poetica - Vol. I") |
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